Per un vero Stato sociale che non dimentichi nessuno
Uno Stato giusto garantisce una rete di protezione sociale a sostegno dei più fragili e delle persone in difficoltà, anche grazie al vasto mondo del Terzo settore e dei corpi intermedi. Bisogna riscoprire la reale solidarietà nazionale, combattendo ogni stortura.
Costruire un modello di ammortizzatori sociali universale per tutti i lavoratori: istituire una indennità di disoccupazione per gli autonomi che segua le stesse regole dell’indennità prevista per il lavoro dipendente; potenziare l’Iscro e ampliarne la platea dei beneficiari. Abolire il Reddito di cittadinanza per introdurre un nuovo strumento che tuteli i soggetti privi di reddito, effettivamente fragili e impossibilitati a lavorare o difficilmente occupabili: disabili, over 60, nuclei familiari con minori a carico. Per chi è in grado di lavorare, percorsi di formazione e potenziamento delle politiche attive del lavoro. Innalzamento delle pensioni minime e sociali. Avvio di un piano straordinario di edilizia pubblica con un sistema di sinergie pubblico-privato. Incentivi all’assunzione di persone con disabilità. Aumento strutturale e progressivo delle pensioni di invalidità, che non potranno essere inferiori ad altre forme di assistenza sociale esistenti, affinché l’ampia fascia di beneficiari possa godere di condizioni di vita migliori, più decorose e rispettose della dignità della persona. Potenziamento delle misure di diritto allo studio delle persone con disabilità e disturbi specifici dell’apprendimento, anche con un adeguato incremento del numero di “insegnanti di sostegno” e operatori educativi per l’autonomia e la comunicazione. Abbattimento delle barriere architettoniche per una concreta trasformazione del territorio e degli ambienti urbani, pubblici e privati, volta a garantire piena accessibilità e mobilità ai cittadini con disabilità. Introduzione di maggiori tutele in favore dei lavoratori fragili, immunodepressi e con disabilità grave. Completamento della regolamentazione del “caregiver familiare” assicurando agli aventi diritto concrete misure di sostegno economico.
Sostegno agli enti del Terzo settore, in particolare quelli impegnati nell’assistenza a persone in difficoltà economica e abitativa. Potenziamento del Servizio civile universale attraverso lo stanziamento di risorse integrative.
FOCUS
La pandemia e le restrizioni imposte dagli ultimi governi hanno reso evidente a tutti un problema che Fratelli d’Italia solleva da tempo: la mancanza di un sistema di welfare per i lavoratori autonomi e l’assoluta disparità di tutele previste per i lavoratori dipendenti rispetto a quelle destinate a professionisti e partite Iva. Una dicotomia netta, iniqua e ingiustificata, che crea lavoratori di serie A e lavoratori di serie B.
I lavoratori autonomi, inoltre, hanno pagato a caro prezzo l’emergenza Covid. A dirlo sono i dati dell’Istat: rispetto al periodo pre-pandemia sono diminuiti di oltre 250mila unità, scendendo sotto la soglia dei 5 milioni e raggiungendo il minimo storico dal 1977.
Per questo riteniamo sia necessario andare progressivamente verso un sistema universale di ammortizzatori sociali, che garantisca uguali tutele a tutte le tipologie di lavoratori, dipendenti e autonomi.
La proposta è quella di istituire uno strumento che garantisca anche agli autonomi, in caso di chiusura della partita IVA per specifiche ragioni economiche/lavorative, un’indennità di disoccupazione basata sulle stesse regole della Naspi, ovvero pari al 75% della retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali degli ultimi quattro anni, con tetto massimo fissato a 1.250 euro al mese. Il riconoscimento dell’indennità verrebbe legato ad una contribuzione volontaria aggiuntiva.
Nell’ottica di avviare un percorso che conducesse all’introduzione di ammortizzatori sociali unici, già ad inizio pandemia, nell’aprile del 2020, Fratelli d’Italia ha presentato un emendamento al decreto “Cura Italia” volto ad introdurre, a beneficio dei lavoratori autonomi, uno strumento di tutela che ricalcava le regole della Cassa integrazione Guadagni prevista per i dipendenti privati.
Una proposta che ha portato all’istituzione, con la Legge di Bilancio del 2021, e in via sperimentale per il triennio 2021-2023, dell’Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa (ISCRO). Si tratta di uno strumento destinato agli autonomi con partita IVA iscritti alla gestione separata dell’INPS, in caso di forte riduzione del reddito prodotto e di un livello di fatturato inferiore ad una soglia prestabilita. Pur fortemente depotenziata dalla maggioranza di governo rispetto alla proposta iniziale, la misura ha rappresentato un primo piccolo passo verso un sistema universale di ammortizzatori sociali.
Oggi Fratelli d’Italia propone una revisione dell’ISCRO, ampliando la platea dei beneficiari e modificando i requisiti di accesso attuali, in particolar modo per quel che riguarda il limite di reddito da lavoro autonomo, e rivedendo anche l’ammontare dell’indennità riconosciuta. Parallelamente, è necessario potenziare i percorsi formativi legati al percepimento dell’indennità, anche attraverso l’utilizzo delle risorse del Fondo sociale europeo.
Attualmente i principali requisiti richiesti sono:
- aver dichiarato, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, un reddito da lavoro autonomo non superiore a 8.145 euro;
- avere un reddito da lavoro autonomo, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, inferiore al 50% della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei tre anni anteriori all’anno precedente alla presentazione della domanda.
Al momento, il metodo di determinazione dell’ammontare dell’indennità è il seguente: 25%, su base semestrale, dell’ultimo reddito da lavoro autonomo certificato. L’indennità non può superare l’importo mensile di 815,20 euro.
Uno Stato giusto deve prendersi cura di tutti i cittadini, garantendo una rete di protezione sociale a sostegno dei più fragili. Una protezione che è garantita dall’intervento pubblico, ma anche dal mondo del Terzo Settore. Il valore della solidarietà ed il principio della sussidiarietà si concretizzano grazie all’opera incessante dell’associazionismo e del volontariato che rendono un fondamentale servizio alla Patria: aiutano lo Stato nell’attuare politiche di inclusione e sviluppo che non lascino indietro nessuno. Particolare attenzione sarà data alle persone con disabilità, per una piena inclusione nel tessuto sociale e lavorativo.
Maggiore sostegno attraverso meccanismi di credito d’imposta e agevolazioni fiscali agli enti del terzo settore attivamente impegnati in ambito sociale.
Incremento del Fondo destinato al finanziamento di iniziative e progetti promossi da organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e fondazioni.
Applicazione dell’agevolazione regionale sull’Irap in favore degli Enti del Terzo settore. Detta agevolazione sarà nei limiti dei regolamenti comunitari sul cosiddetto de minimis non ordinario, come già previsto per le imprese che forniscono Servizi di interesse economico generale (Sieg).
Implementazione del Pnrr e delle riforme ad esso collegate, attraverso il coinvolgimento attivo del privato sociale nelle fasi di co-programmazione e co-progettazione.
Attraverso lo stanziamento di risorse integrative, intendiamo potenziare il Servizio Civile Universale, per un consistente aumento del numero di beneficiari e la definizione di progetti più diversificati, per temi e destinatari di riferimento. Con un meccanismo di dote, attiveremo strumenti che consentano ai giovani, al termine del periodo di servizio, di investire nella costituzione di un’impresa sociale o cooperativa sociale.
Revisione della legge delega sulla disabilità, al fine di assicurare la certezza dei diritti acquisiti e la difesa dei nuovi, anche semplificando e riorganizzando gli organismi pubblici di tutela e di accertamento delle condizioni di disabilità. Riforma della delega di governo alla disabilità, dotandola di capacità di spesa, per il riordino ed il miglioramento delle politiche attive di settore, anche mediante la razionalizzazione e l’incremento delle somme sui capitoli di pertinenza, nonché per la realizzazione di azioni trasversali che incidano positivamente su tutte le deleghe di governo.
Garanzia, mediante revisione e semplificazione delle procedure, della presa in carico da parte delle istituzioni pubbliche delle persone con disabilità, dalla nascita e per tutto il corso della vita, con conseguente erogazione di appropriate misure di sostegno individuali e collettive. Aggiornamento del nomenclatore tariffario. Completamento della regolamentazione del “Caregiver familiare”, di cui al comma 255 della legge 205/17, assicurando agli aventi diritto concrete misure di sostegno economico e non, in ragione dell’effettivo carico delle attività di cura svolte nell’assistenza del congiunto convivente con disabilità grave.
Aumento, in modo strutturale e progressivo, delle pensioni di invalidità civile non modificate a seguito della sentenza della Corte Costituzionale del 2020, attraverso una riforma della previdenza e dell’assistenza, in particolare delle persone con disabilità o non autosufficienti. Accesso alla pensione per chi non ha raggiunto la quota minima di invalidità, ma che per la particolare patologia disabilitante non può svolgere mansioni lavorative e necessita di particolari spese sanitarie e riabilitative (ad esempio, patologie neurodegenerative allo stadio iniziale come sclerosi multipla o distrofie).
Potenziamento delle misure di diritto allo studio per le persone con disabilità e disturbi specifici dell’apprendimento, quale elemento imprescindibile per scuole e università realmente inclusive, che divengano concreta porta di accesso alla realizzazione del progetto di vita e occupazionale. Riforma del collocamento obbligatorio delle persone con disabilità, di cui alla legge 68/99 e alle altre leggi di settore, anche mediante un rinnovato patto sociale tra imprese pubbliche e private, affinché si realizzino in concreto le condizioni per la creazione di un mondo del lavoro effettivamente inclusivo. Obbligatorietà della figura professionale del disability manager, che riveste l’alta funzione professionale della mediazione tra l’azienda pubblica o privata e le esigenze e le potenzialità del lavoratore con disabilità, da intendere non più come una persona da assistere ma come una risorsa.
Abbattimento delle barriere architettoniche per rendere pienamente e universalmente accessibili il territorio e gli ambienti urbani, pubblici e privati.