Italia protagonista in Europa e nel mondo
Culla della civiltà occidentale, potenza economica e culturale, Stato fondatore dell’Unione europea e dell’Alleanza Atlantica: dopo troppi anni di marginalità sotto i governi di sinistra, l’Italia deve tornare protagonista in Europa, nel Mediterraneo e nello scacchiere internazionale.
Per una politica estera incentrata sulla tutela dell’interesse nazionale e la difesa della Patria. Pieno rispetto delle nostre alleanze internazionali, anche adeguando gli stanziamenti per la Difesa ai parametri concordati in sede di Alleanza Atlantica. Al fianco dei nostri alleati internazionali nel sostegno all’Ucraina di fronte all’aggressione della Federazione Russa. Rilanciare il sistema di integrazione europea, per un’Europa delle Patrie, fondata sull’interesse dei popoli e capace di affrontare le sfide del nostro tempo. Difesa delle radici classiche e giudaico-cristiane dell’Europa e dei suoi valori fondamentali di libertà, democrazia, solidarietà, sussidiarietà e giustizia. Promuovere politiche di Difesa comune dell’Unione europea e la costituzione di una “colonna europea” della Nato, pilastri indispensabili per la sicurezza e l’indipendenza del Continente. Sostegno alle nostre Forze Armate, nessun taglio all’organico e superamento del precariato. Valorizzare i percorsi formativi di accademie e scuole militari. Rilancio di una politica nazionale per lo Spazio. Difesa del “sesto dominio”, quello della conoscenza, nella “nuova Guerra Fredda” della disinformazione. Revisione del Patto di stabilità e della governance economica europea, per garantire politiche di crescita e piena occupazione. Contrasto alla concorrenza sleale dei paradisi fiscali europei. Restituire centralità al Mediterraneo nelle politiche italiane ed europee. Una “formula Mattei per l’Africa”: promuovere un “modello Italia” di investimenti e cooperazione allo sviluppo, rispettoso dell’ambiente e dei popoli.
FOCUS GLI ITALIANI NEL MONDO
FdI guarda con patriottismo e orgoglio a quell’Italia che vive fuori dai nostri confini: 60 milioni di italiani oriundi, che conservano il nome e spesso la lingua in ogni angolo del mondo, 6 milioni di cittadini italiani che sono il frutto sia della “vecchia” emigrazione, sia di quella “nuova”, della fuga di cervelli di ricercatori e laureati, di moltissimi giovani e non. E poi una presenza socioculturale che parla di migliaia di organi di stampa e tv, enti e istituti per la tutela e diffusione della nostra lingua e cultura, strutture legate al Made in Italy, aziende, esercizi commerciali, ristoranti, imprese in ogni campo.
La destra ha da sempre un legame fortissimo con l’italianità all’estero. Non è solo un afflato romantico; è anche, e soprattutto, concretezza.
Nel 2001 Alleanza Nazionale chiese e ottenne, con Mirko Tremaglia, il Ministero degli Italiani nel Mondo, e fu lui stesso a garantire il voto per gli italiani all’estero, che fino a quel momento per partecipare alle elezioni dovevano tornare in Italia.
Tra i temi più cari ai nostri connazionali all’estero c’è quello della riacquisizione della cittadinanza italiana per i tanti che sono stati costretti a rinunciarvi o che l’hanno persa d’ufficio, per la mancata previsione, in passato, del doppio passaporto, e ancora per i tanti discendenti di emigrati italiani, privati di questo diritto.
In un’Italia in decrescita demografica, l’immigrazione di ritorno può essere una grande opportunità. Il calo demografico, infatti, può essere contrastato con politiche serie di sostegno alle famiglie e alla natalità ma anche nell’ambito delle politiche sui flussi migratori: in tale ambito è opportuno prevedere misure che favoriscano il ritorno in Italia dei cittadini italiani espatriati e di oriundi italiani.
Il dibattito aperto sulla concessione della cittadinanza per “ius culturae” dovrebbe suggerire anche politiche di favore al riacquisto della cittadinanza italiana per “ius sanguinis”.
Il voto per gli italiani all’estero è stata una grande conquista che va ascritta ad una pluridecennale battaglia di democrazia e civiltà condotta dalla destra.
Il diritto di voto è strettamente connesso alla cittadinanza e non può essere limitato né condizionato per i residenti all’estero. Vanno dunque affrontati e risolti i nodi che si sono palesati nell’attuazione dello stesso ad ogni competizione elettorale: vi sono grosse lacune nel sistema del voto per corrispondenza che vanno dalla semplice ricezione dei plichi con le schede, ai gravi ed accertati episodi di brogli e manipolazione delle stesse, fino alla mancata garanzia della effettività, personalità e segretezza del voto. È urgente, quindi, un intervento che miri alla messa in sicurezza del voto all’estero e alla sua modernizzazione, non escludendo la possibilità di prevedere l’introduzione del voto elettronico per questa circoscrizione elettorale.
Il rafforzamento della rete e dei servizi diplomatico-consolari è indifferibile. Gli italiani all’estero richiedono l’apertura di nuove sedi e un corretto finanziamento di quelle esistenti, attraverso misure di riqualificazione della spesa e reperimento delle risorse.
L’emergenza Covid ha evidenziato ed esasperato in diversi Paesi notevoli problematicità e mancanze nei servizi consolari. In ogni continente si registra una loro preoccupante diminuzione: spesso sono resi all’osso o semplicemente cancellati.
Vanno anche ripensati gli organi di rappresentanza delle comunità dei connazionali nelle circoscrizioni consolari: il recente e fallimentare rinnovo dei Comites (Comitati per gli Italiani all’Estero) e l’immobilismo del CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero) sono la prova più evidente di un sistema inadeguato ad affrontare le sfide del presente.
Siamo convinti che i nostri connazionali all’estero siano i veri ambasciatori dell’italianità intesa come modo di vivere, cultura, scambi commerciali, capacità imprenditoriale e lavorativa. Spesso, anzi, sono anche difensori dei simboli di questa italianità, in prima fila per promuovere l’italian heritage anche laddove la cancel culture è sempre più invasiva e arrogante.
Sul piano culturale, vanno rafforzati l’insegnamento e la diffusione della lingua italiana, che è sinonimo di presenza dell’Italia nel mondo: va promossa una politica di salvaguardia dell’italiano e di riacquisizione della conoscenza linguistica. In questo senso vanno promossi viaggi di studio e scambi reciproci, soprattutto d’intesa con le Regioni e le istituzioni scolastiche e universitarie.
Per
Tutto ciò che produciamo in Italia rappresenta un brand riconosciuto a livello mondiale. Il marchio Made in Italy è sinonimo di alta qualità, tradizione familiare, artigianalità, ma anche lusso, esclusività e saper vivere. Abbigliamento, stile, enogastronomia, ma non solo: alta produzione tecnologica, ricerca scientifica e industriale, design, turismo e marketing territoriale.
Quello del “Fatto in Italia” è un brand che rappresenta per il Belpaese il suo modo di vivere, la sua storia, le sue radici culturali, e che vale circa 2mila miliardi di dollari
Il Made in Italy è dunque un elemento centrale della competitività e della presenza italiana nel mondo. Vanno quindi rafforzate la difesa della denominazione d’origine, la lotta alla contraffazione con pesanti sanzioni per chi acquista tali prodotti, l’obbligatorietà della marcatura, la promozione straordinaria nei mercati emergenti e l’internazionalizzazione come freno alla delocalizzazioneprogrammare il futuro e lavorare sui futuri scenari del turismo italiano sia in entrata che in uscita è fondamentale lavorare per un ruolo sempre più centrale dell’Agenzia Nazionale del Turismo (Enit) che sia’ vero motore trainante della nostra promozione turistica e del Made in Italy e non solo braccio operativo delle Regioni.
L’ENIT avrà anche il ruolo di gestore del nascente Hub Digitale del Turismo finanziato dal PNRR per il quale tuttavia occorrerà verificarne in maniera costante risultati ed effettivo utilizzo da parte di operatori e turisti.
Inoltre, il trasporto aereo, che probabilmente è il settore che ha subito dagli anni ’80 ad oggi, a seguito del processo di liberalizzazione, la più radicale trasformazione. Non esiste un paese a “trazione turistica” che non abbia una forte compagnia di bandiera che “esporti il brand nel mondo” e, non solo per i viaggiatori, ma anche nel mercato del trasporto delle merci l’Italia risente ancora oggi dell’assenza di una forte compagnia di bandiera a livello nazionale e questa mancanza è una delle cause della scarsità di voli diretti offerti dai nostri aeroporti e la conseguente elevata quota di trasporto aviocamionato da e verso l’estero. Il primo vettore nazionale è una low cost! la scelta dei partners non deve portare vantaggi solo ai nostri competitors (AirFrance che spiazzerebbe i ns scali portando tutto via Parigi), rispetto a partners multihub. Il fattore che ha reso complesso lo sviluppo del sistema è stato anche il dualismo tra Roma e Milano, che ha portato in passato a grandi discussioni su quale aeroporto dovesse svolgere il ruolo di hub di Alitalia, tra queste due città.
In sintesi, questo è il decalogo di Fratelli d’Italia per tutelare gli italiani e l’italianità fuori dai nostri confini:
– difendere la rappresentanza degli italiani all’estero, in primis la legge Tremaglia sul voto, garantendone una efficace attuazione con l’introduzione del voto elettronico;
– sostenere e favorire il processo di riforma e rilancio degli organismi rappresentativi delle comunità all’estero, Comites e CGIE;
– difendere i diritti, le conquiste, i servizi, degli italiani all’estero, con particolare riferimento al potenziamento dei servizi consolari, la possibilità di assistenza sanitaria in Italia, l’equità nella condizione fiscale;
– riaprire i termini per il riacquisto della cittadinanza italiana per coloro che l’hanno persa non per scelta, ma per obbligo o in modo forzato quando non era previsto il regime della “doppia cittadinanza”;
– promuovere l’italianità di ritorno, tanto in termini economici, quanto culturali, sociali e personali; favorire sinergie con istituzioni economiche, culturali e universitarie;
– impegnarsi per la promozione della lingua e della cultura italiana e la conservazione e la valorizzazione dei simboli e dei monumenti italiani all’estero;
– promuovere il turismo degli “italiani in Italia”, creando un sistema di attrazione che invogli i nostri cittadini all’estero e gli oriundi italiani a venire in vacanza in Italia;
– introdurre agevolazioni fiscali per quanti ristabiliscano la residenza in Italia, contribuendo così a un maggior gettito di imposta sui redditi, e misure per il reinserimento dei connazionali particolarmente qualificati professionalmente;
– introdurre misure per facilitare i nostri ricercatori nella loro formazione all’estero e in Italia e promuovere forme di tutela per i nostri studenti all’estero;
– rivedere le priorità politiche che riguardano tutela, assistenza e sostegno ai cittadini italiani residenti o temporaneamente all’estero: tutti i nostri connazionali sono parte integrante del popolo italiano, della sua sovranità e identità nazionale.